Il conflitto è la conseguenza sana e preziosa di ogni relazione e attività che abbia importanza e significato.
Così come progettiamo e realizziamo i nostri spazi per dormire, cucinare, lavarci… ossia per incontrare tutti i nostri bisogni quotidiani, ugualmente attendiamo con cura alla progettazione consapevole di sistemi dialogici per la presa di decisioni, il feedback, la distribuzione delle risorse, la condivisione del potere, e per la trasformazione rigenerativa dei conflitti.
Senza sposare nessuna “religione” o dogma imposto dall’esterno, ci incontriamo nella dimensione universalista di una spiritualità nuova: quella di una transizione verso una cultura rigenerativa,
resiliente, sana, che aspira all’empatia verso tutte/i e verso tutto il mondo vivente. Mettiamo in comune le nostre diverse visioni con l’ambizione di riprogrammare i nostri apprendimenti e uscire dagli schemi di giusto/sbagliato, buono/cattivo, per sviluppare una consapevolezza delle relazioni che mira alla connessione tra tutte/i attraverso il riconoscimento reciproco dei bisogni umani universali.
L’ambizione di questo progetto si riassume nel fare e nell’esistere insieme, costruendo nel concreto e nel quotidiano un mondo a misura dei nostri ideali. Il sostentamento non ci viene dall’offrire corsi come base di entrate monetarie. Allo stesso tempo, aspiriamo a creare anche occasioni per offrire formazioni e per condivisioni, strutturate e non, di percorsi che risuonano con il nostro, condividendo per esempio le nostre conoscenze offrendo formazioni di comunicazione nonviolenta e di coltivazione ecologica.
Intendiamo fare questo con un nuovo modello economico: l’economia del dono.